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Progetto
Ovidio - database
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autore
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brano
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Cicerone
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I doveri, III, 47
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originale
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[47] Male etiam, qui peregrinos urbibus uti prohibent eosque exterminant, ut Pennus apud patres nostros, Papius nuper. Nam esse pro cive, qui civis non sit, rectum est non licere, quam legem tulerunt sapientissimi consules Crassus et Scaevola. Usu vero urbis prohibere peregrinos, sane inhumanum est. Illa praeclara, in quibus publicae utilitatis species prae honestate contemnitur. Plena exemplorum est nostra res publica cum saepe, tum maxime bello Punico secundo, quae Cannensi calamitate accepta maiores animos habuit quam unquam rebus secundis; nulla timoris significatio, nulla mentio pacis. Tanta vis est honesti, ut speciem utilitatis obscuret.
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traduzione
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47. Agiscono male anche coloro che vietano agli stranieri di godere dei vantaggi della citt? e li bandiscono, come fece Panno presso i nostri antenati e Papio recentemente. E' giusto, difatti, che non sia lecito che venga attribuito il titolo di cittadino a chi non lo ?, in base alla legge proposta da Crasso e Scevola, saggissimi consoli ; ma ? del tutto incivile proibire agli stranieri di godere dei vantaggi della citt?. Belli sono quei casi in cui l'apparenza della utilit? pubblica non ? tenuta in alcun conto di fronte all'onest?. Il nostro Stato ? pieno di frequenti esempi in molte occasioni e specialmente nella seconda guerra punica: dopo la disfatta di Canne mostr? un coraggio maggiore di quanto ne avesse dimostrato nei periodi favorevoli; nessun segno di timore, nessuna parola di pace. La forza dell'onesto ? tale da oscurare l'apparenza dell'utilit
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